i resti archeologici subacquei del porto romano di Histonium

Grande successo e unanimi consensi ha riscosso a Vasto la conferenza dal titolo: I RESTI ARCHEOLOGICI SUBACQUEI DEL PORTO ROMANO DI HISTONIUM, tenuta sabato 11 gennaio da Davide Aquilano (presidente della sezione di Italia Nostra del Vastese), Marco Rapino, (Parsifal cooperativa), Guglielmo Di Camillo, (ASD Natura Abruzzo).

È stato il primo di tre incontri, a cura di Nicola Racano, della Commissione Regionale TAM CAI Abruzzo, che la sezione vastese del Club Alpino Italiano, presieduta da qualche mese da Luigi Cinquina, ha organizzato in collaborazione con Italia Nostra del Vastese, per richiamare l’attenzione sulla tutela storico-naturalistica del territorio, nel contesto dei gravissimi e ineludibili problemi ambientali, di cui viene crescendo la consapevolezza a livello ormai planetario.

I resti sommersi, illustrati dai relatori con splendidi filmati e foto che ne hanno mostrato la sorprendente estensione, si riferiscono in prevalenza ad un insediamento portuale presumibilmente della prima età imperiale, la cui storia è ancora tutta da fare. Poiché si trovano su un tratto di litorale facilmente accessibile e ad una profondità di soli due metri, possono essere osservati, in condizioni adeguate di visibilità, da chiunque sia in grado di nuotare con una maschera e un respiratore.

Il ciclo di incontri proseguirà sabato 22 febbraio con la conferenza su ACQUA, CLIMA E MONTAGNA tenuta dal biologo prof. Giovanni Damiani, e nel pomeriggio di sabato 18 aprile, quando Davide Aquilano e Marco Rapino guideranno una passeggiata archeologico-naturalistica lungo il percorso de L’ACQUEDOTTO ROMANO DELLE LUCI, alla scoperta di una straordinaria un’opera di ingegneria idraulica romana ancora attiva, il cui recupero potrebbe dare un importante contributo alla soluzione dei problemi di approvvigionamento idrico della città.

Protagonista e denominatore comune dei tre incontri è l’acqua, “la radice liquida” della vita, bene naturale la cui tutela richiede l’impegno di tutti. La proposta delle sezioni locali del CAI e di Italia Nostra, formulata proprio con l’intento di rafforzare la collaborazione tra le associazioni cittadine attente alla tutela dell’ambiente e dei beni culturali, ha coinvolto la cittadinanza a tal punto che la sala conferenze non è stata in grado di accogliere tutti coloro che avrebbero desiderato partecipare.

Non deve stupire che una sezione del CAI si occupi anche di problemi non direttamente legati all’ambiente montano. Perché se è vero che le montagne, come scrive Silone, sono «i personaggi più prepotenti della vita abruzzese», i più decisivi, per capire la storia della regione è fondamentale tenere d’occhio anche l’area costiera, aperta ai circuiti commerciali e alle altre vicende adriatiche più di quanto lascerebbe pensare il profilo costiero abruzzese, piuttosto rettilineo e importuoso.

Le sezioni “marine” del CAI (in Abruzzo le più rilevanti sono quelle di Pescara, Ortona e Vasto) vivono quotidianamente la complementarità tra la verticalità delle montagne e la profondità del mare, con la conseguente necessità di affiancare «la conoscenza e lo studio delle montagne» e «la difesa del loro ambiente naturale»” (art. 1 dello Statuto del CAI), con analoga attenzione alla integrità ecologica del  territorio nel suo insieme.

Nicola Racano, Operatore Regionale Tutela Ambiente Montano